martedì 3 gennaio 2012



Negozi aperti sempre, ovvero ancor più "coriandoli" sociali


Caro Giuliano Ferrara, questa volta non sono con te. 
Mi è successo raramente in passato, ma ora devo dire che non posso essere d'accordo con te: anzi, non lo sono per nulla. 
   La tua accoglienza dell'apertura indiscriminata dei negozi decisa dal  governo "tecnico" mi pare alquanto  
se non del tutto liberale in senso ideologico, ovvero peggiorativo.
   Ideologico perché pregiudiziale perché "vede" solo una fetta del reale e trascura le altre. Il provvedimento di liberalizzazione ha infatti una faccia che i due o tre benefici ipotetici invocati per vararlo nascondono del tutto. Ed è il suo impatto sociale. 
   Hai provato a immaginare (di certo le risorse prospettiche non ti fanno in genere difetto) l'impatto che una opzione generalizzata come quella che tu lodi avrà sui singoli e sui legami sociali già così erosi, se non deritianamente "coriandolizzati", nel mondo che ci circonda? 
   Provo a elencartene alcuni.
   A fronte di un incerto e probabilmente irrilevante aumento dei consumi e di un miglior servizio al pubblico (ma a quanti interessa realmente? i supermercati aperti fino a tardi e in domenica non sono già abbastanza?), quali saranno gli svantaggi per chi opera in posizione subordinata nel commercio?
Ti rendi conto che le donne potranno essere tenute al lavoro di più (tanto i negozi sono sempre aperti...) e avranno così ancora meno tempo da dedicare alla famiglia...
Che cosa accadrà degli esercizi a conuzione familiare o comunque piccoli che non avranno risorse per competere con quelli che potranno permettersi dipendenti in doppio o in triplo turno? Certo questi ultimi potranno assumere qualcuno in più: ma vale la pena a fronte di un declino certo dei piccoli commercianti?
Prova anche a pensare alla commessa che "stacca" a mezzanotte e va a casa da sola...: è lo stesso problema del terzo turno nelle fabbriche...

E il contenzioso che si aprirà fra lavoratori costretti a orari indesiderati? quanto caricherà ulteriormente la magistratura del lavoro?
Pensa a come sarà ancor più facile rapinare esercizi aperti nel cuore della notte: quanti potranno permettersi il poliziotto privato? e quante chiamate in più al già gracile servizio di pattuglia di PS e carabinieri?

Infine, poni mente a chi sarà in turno al sabato e alla domenica, magari fino a tarda notte: questi perderà il giorno di riposo condiviso con gli altri o con la maggioranza degli altri.
Considera una famiglia dove i due coniugi fanno due turni sfasati... che succede dei figli?

Ancora, come farà chi lavora di notte a fare attività collettive? sai quanta carità si fa nei giorni festivi comuni? non si rischierà che costui lavori ancora di più (tanto a casa non trovo nessuno...) oppure passi il tempo libero in attività individuali più o meno dissipatrici, per esempio alle slot-machines, onnipresenti e disponibili a tutte le ore? credi che questo ridondi a beneficio della nostra società a pezzi?

Già la gente ha poco tempo per pensare a coltivarsi l'anima: se gliene togliamo dell'altro (all'addetto e al consumatore) che cosa possiamo aspettarci come qualità del popolo se non un imbarbarimento ulteriore? Chi lavorerà alla domenica come potrà onorare il precetto festivo? Finché si tratta di nicchie il problema è meno serio, ma quando il cambiamento investe tutto un settore così vitale per il popolo come il commercio come non pensare che il momentum dei fenomeni indotti non porterà a cambiamenti devastanti?


   Quando ti deciderai a piantarla di fare il liberale-libertario e varcherai la soglia di un autentico e sano conservatorismo? Che, come forse sai, non disprezza affatto le libertà (al plurale) ma detesta la libertà individuale quando questa va a detrimento della libertà dei corpi sociali e dei valori che vanno al di là del puramente utilitario o materiale.
   
   Tuo 
   
   OS

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