venerdì 1 agosto 2014

LA MINISTRA PD E MEDJUGORIE



   La stampa riferisce — è ella stessa a raccontarlo — che la ministra Madia è stata quattro volte a Medjugorie, diventandone una sorta di habitué. Buona notizia, si potrebbe commentare. Ed è di certo così, visto che andare a Medjugorie, a detta di tutti — e lo dice anche la ministra stessa —, fa bene allo spirito e sapere che un personaggio pubblico desidera migliorare il proprio stato interiore non può che far piacere. Soprattutto se si pensa a che genere — discutibile — di vacanze e viaggi tanti suoi colleghi e colleghe hanno intrapreso e stanno per intraprendere in questa strana estate del 2014.

   C’è però qualcosa che suona storto, nelle dichiarazioni autobiografiche della Madia. Di certo, frequentando il paesino erzegovino e, chissà forse anche qualcuno dei veggenti, saprà che a Medjugorie la Madonna non dà un giudizio particolarmente benevolo sulla piega che sta prendendo l’umanità, che scivola sempre più nell’apostasia e nei vizi morali verso un abisso dal quale, appunto, la Vergine vuole ritrarla, chiedendo conversione, preghiera e digiuno.

   Ebbene, se la ministra concorda con questa diagnosi e concorda altresì con le misure da adottare per evitare il castigo divino, come fa a militare in un partito italiano, il Partito Democratico, la cui unica ragion d’essere e la cui “missione” di fondo è quella di de-moralizzare gl’italiani, contribuendo in maniera massiccia e determinante a quell’imbarbarimento, dovuto al distacco dalla fede e dal buon senso, che il nostro Paese sta sperimentando a tappe forzate? Come concilia il messaggio di Medjugorie con la politica in campo bioetico del suo partito? con i “matrimoni” omosessuali che sta per introdurre anche da noi? con le pillole abortive diffuse dalla regione Toscana? con l’ARCI Gay? con la rocciosa indifferenza all’estinzione della famiglia naturale italiana? con la dissennata apertura all’immigrazione afro-asiatica?

   Le hanno mai insegnato che dalla fede — dato che pare donna di fede — scaturisce una cultura e dalla cultura cristiana una nozione ben precisa di politica e dei suoi principi, valori e obiettivi? Sono questi principi e valori gli stessi del Partito Democratico? Oppure si presentano diametralmente opposti alla dottrina morale e sociale della Chiesa?

   Credo che il candore con il quale Madia concilia la sua presenza in un partito postcristiano e postmoderno come il PD, nonché in un esecutivo, come quello di Renzi, che, palesemente in difficoltà sulle “riforme” rilancia sulla demolizione della famiglia, si spieghi con la drammatica de-acculturazione che si è creata negli ultimi decenni negli ambienti cattolici, dove si è relativizzata non solo la forma di governo, ma anche la dottrina della società stessa, finendo per portare agli ultimi estremi la subordinazione della visione cattolica della politica alle ideologie più radicali della modernità postsocialista e postcristiana. Gramsci fu facile profeta quando pronosticò il “suicidio” dei cattolici democratici: un suicidio che ha preso e prende la forma non solo della totale assenza di contrapposizione a dottrine palesemente ostili, se non nelle forme, nella sostanza, alla visione cristiana della vita, ma anche nella sua piena integrazione in programmi di radicale distanza da un se pur minimo progetto cristiano. Madia è l’emblema di quel cattolicesimo svigorito, ormai appiattito totalmente — senza complessi — sulle ideologie “progressiste”, storicamente nemiche di ogni progetto di ricostruzione cristiana e naturale dell’ordine civile.

   Ma, al di là del caso della ministra, è questo il punto su cui riflettere amaramente: come mai il cattolicesimo politico, nonostante gl’insegnamenti dei papi, nonostante i moniti per esempio di un Augusto Del Noce o di un Gianni Baget Bozzo, è finito così in basso?

lunedì 28 luglio 2014


SINISTRA E PORNO





    
Mentre segna il passo sui temi più urgenti dell’attività di governo e del Paese, la politica del PD si sta scatenando sul fronte della corruzione morale individuale e della destabilizzazione di ogni forma di aggregato che esista a protezione dell’individuo. Incapace di costruire e incapace di demolire i veri coaguli che bloccano la crescita dell’Italia, rivela invece eccezionali capacità di destrutturazione sul piani “micro”.
   Il partito è il motore del futuro matrimonio omossessuale; vuole leggi eccezionali contro ciò che gli omosessuali chiamano omofobia, ovvero tutto quello che può sollevare obiezioni verso le loro discutibili opzioni sessuali e le loro desiderate ricadute sul piano del diritto civile; tartassa le famiglie, specialmente se numerose, ci prepara una bella legge sul “fine vita”; sta modificando la disciplina dei cognomi a vantaggio di una libera opzione che spegne la leggibilità della genealogia dal nome; introduce insegnamenti apertamente osceni nei percorsi formativi pubblici, ergo obbligatori; ci ha regalato il “divorzio sprint”; spinge per la completa liberalizzazione della fecondazione artificiale eterologa, ammessa dalla Corte Costituzionale, e per l’abrogazione della legge 40. Le amministrazioni "rosse" sono la punta di diamante della diffusione delle pillole abortive e le paladine ante litteram delle unioni omosessuali.
   Ma non basta: per destabilizzare il soggetto non basta destabilizzare tutte quelle realtà che gli servono da “guscio” e da antemurale: la difesa della vita innocente, la famiglia, la scuola, bisogna entrare all’interno del singolo e modernizzarne le abitudini. E così ampio appoggio al gioco d’azzardo, alla liberalizzazione delle droghe e del relativo spaccio, e — questa è forse la “novità” del momento — la promozione della pornografia. Come? Innanzitutto non reprimendola. Oggi Mediaset e Sky vantano ciascuna tre canali a pagamento che trasmettono per lunghe ore filmati pornografici, e vi sono reti “specializzate” in “articoli” di questo genere. Sky sta “preparando” i suoi potenziali clienti trasmettendo in chiaro sulla rete Cielo (ossia “sky”, in inglese) del digitale terrestre serie di film semi-pornografici. I privati per conto loro, attraverso Internet, possono godere di ogni forma di “soddisfazione” gratuita e a pagamento. Nessuno, e più che mai le sinistre “democratiche”, si oppone a questo dilagare dell’osceno. La stessa Chiesa italiana — ma non quella americana — assiste inerte — si possono citare documenti? se ne parla nelle omelie domenicali? — al diffondersi osmotico e capillare di tossine terribili per la vita spirituale e umana di tanti suoi fedeli.
   Se la sinistra e il PD non sono gli unici a muoversi su questo terreno, sono comunque in prima fila nel dare spazio a questo fenomeno. I “divi” del cinema porno, grazie a iniziative di cui, stanno diventando ormai divi come tutti gli altri: sono invitati alle feste dell’Unità, partecipano a show televisivi, conducono trasmissioni pubbliche (Cielo), mentre atenei e riviste di cultura di sinistra (Micromega) propongono numeri tematici sul porno.
   Non è una cosa in assoluto nuova: da sempre la Rivoluzione nel suo avverarsi è preceduta, accompagnata e seguita da ondate di de-moralizzazione. Basta pensare alla preparazione della Rivoluzione francese che fa la letteratura libertina del Settecento; basta pensare a de Sade; basta pensare al libertinismo delle classi dirigenti liberali dell’Ottocento; basta pensare alle vite dei rivoluzionari socialisti e comunisti e a quelle delle avanguardie intellettuali e artistiche del Novecento; basta pensare all’emancipazione sessuale di massa figlia della “pillola” e del Sessantotto.
   La Rivoluzione è per prima cosa un solvente terribile: solo quando l’uomo è spogliato di tutto si presta a essere riplasmato secondo i disegni dell’utopia. E la corruzione morale è una leva importante in questo “solve”: anzi, quando le altre leve s’inceppano, diventa una leva prioritaria, anche perché a bassissimo costo e, post peccatum, ad alta redditività. In questo loro trend l’attuale sinistra dalle borsette firmate e dalle scarpe da mille euro si sta confermando la sinistra di sempre, nociva per la salute morale del singolo individuo e pericolosa come non mai per la tenuta della fibra del Paese.

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